"Maledetta Primavera", storia di sport e inclusione per celebrare un anno di professionismo del calcio donne In rete il teaser lancia la raccolta fondi a sostegno di giovani calciatrici in difficoltà
Il calcio femminile compie un anno di professionismo. A celebrare l’anniversario, che ricade nel mese di luglio, il cortometraggio “Maledetta Primavera”. Una storia come tante, con una bambina che negli anni ’80, viveva la sua solitaria passione per il pallone nonostante le ripetessero “il calcio non è uno sport da femmine”. Una storia di “sport e inclusione”, con un rapporto madre-figlia che si rinforza con la passione per il calcio.
Il soggetto scritto da Valerio Molinaro e Daniele Frontoni che ne cura la regia, è prodotto da PMR Studio di Adriano Covello e Jet Lag Productions rappresentata da Vanessa Bikindou e Valeria Altobelli, con il patrocinio di CONI e Mission Onlus e tra gli altri, Premio Minerva Anna Maria Mammoliti, Artisti 7607 e la realtà calcistica SS Romulea Femminile. "Abbiamo voluto omaggiare l’epocale arrivo del professionismo con una storia semplice, di un tempo che cambia per includere tutti - hanno spiegato gli autori - E farlo attraverso il calcio femminile oggi non più amatoriale, ci è sembrato un atto dovuto. Per tutte quelle bambine a cui veniva detto che non potevano giocare".
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