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Sdottorate - L'orribile partitissima, il flop di Sarri e un Thiago Motta da applausi Fatti, numeri e curiosità della 23esima giornata di Serie A

 Orribile: in un aggettivo la foto della partitissima (?!?) di San Siro che metteva di fronte Milan e Juve, la teorica seconda forza del campionato e l’aspirante al quarto posto Champions. Unico momento da ricordare, lo splendido T2 (tacco & tunnel) di Paulo Dybala a scherzare – al minuto 18 – Theo Hernandez. Premio Pinocchio a Massimiliano Allegri che si è presentato ai microfoni di Dazn esordendo con un “Stasera è stata una bella partita.” Anche no…

STUPORE – Stupore massimo tra molti addetti ai lavori per l’ennesima magagna fisica (problema al tendine d’Achille) del signor Ibrahimovic Zlatan, anni 41 a novembre. Ci si dovrebbe stupire invece per le (rare) volte che Ibra riesce a giocare una partita intera. Lo score stagionale dello svedese parla di 1.040 minuti giocati tra Serie A e Champions con 8 reti (tutte in campionato, come da tradizione assai poco “europea” dello svedese). E di questi 8 gol solo due sono risultati decisivi ai fini del risultato: la punizione dell’Olimpico nel 2-1 contro la Roma e il pareggio in pieno recupero di Udine.

PARAGONI – Pochissime tracce di “sarrismo” nella Roma laziale: in campionato finora gioco in genere poco brillante e risultati al limite dell’imbarazzante se consideriamo che la Lazio si trova al settimo posto (a pari merito con una Fiorentina che ha però una partita da recuperare) e ha soli tre punti in più di un Verona già costretto a un cambio panchina (con Tudor al posto di Di Francesco). Più che normale, insomma, che i tifosi biancocelesti rimpiangano Simone Inzaghi. Non tanto e non solo per la grande stagione della sua Inter, quanto per i risultati ottenuti in passato alla guida della Lazio. Con Inzaghi – calcolando le cinque stagioni in cui ha allenato da inizio stagione – la Lazio a questo punto (dopo 23 giornate) aveva sempre fatto meglio rispetto all’attuale modesto raccolto sarriano di 36 punti sui 69 disponibili. Si va da un minimo di +2 (38 punti nel torneo 2018-19) a un massimo addirittura di +17 (quasi il 50 per cento…) con i 53 punti del campionato 2019-20. Il primo e l’ultimo Inzaghi (stagioni 2016-17 e 2020-21) con la Lazio dopo 23 giornate aveva conquistato 43 punti. Sette in più del primo (e ultimo?) Sarri.

FESTA & DIGIUNO – La vittoria nerazzurra di sabato contro il Venezia porta la firma di quello che – fino alla zuccata vincente – era stato forse il peggiore in campo. Edin Dzeko interrompe così a 537 minuti il suo lungo digiuno. Non segnava infatti da Roma-Inter dello scorso 4 dicembre e aveva realizzato soltanto un gol nelle sue ultime 13 partite tra campionato e coppe (di cui 8 da titolare). Poi, sul cross-cioccolatino di Dumfries, lo splendido stacco su Caldara per il 12esimo centro con la maglia interista. Così fanno i campioni.      

COME MARADONA… NESSUNO – Celebriamo il gol di Insigne contro la Salernitana, il numero 115 con la maglia azzurra del Napoli. Tanti quanti quelli segnati (dal 1984-85 al 1990-91) da Diego Armando Maradona. Maradona numericamente già sorpassato negli anni scorsi da Hamsik (121 reti nel Napoli) e da Mertens (144). Ma al di là dei freddi numeri resta un fatto: come Diego, nessuno mai. Nel Napoli. In Italia. In Europa. Nel mondo.

LEADERSHIP – Nella parte destra della classifica c’è un dato che sorprende. Chi avrebbe mai pronosticato la leadership regionale dello Spezia? Gli aquilotti hanno 25 punti, 5 in più della Sampdoria e quasi il doppio rispetto al misero bottino (13) raccolto finora dal Genoa. E dire che prima di Natale Thiago Motta era dato da tutti per esonerato: il suo Spezia giocava a Napoli e sembrava che neanche una vittoria (evento peraltro considerato quasi impossibile) gli avrebbe salvato la panchina. E invece proprio da Napoli (per la serie: vedi Napoli e poi… risorgi) è partita la riscossa dello Spezia. Che ha conquistato 12 punti in cinque partite (con una striscia aperta di tre vittorie consecutive) vincendo nel giro di pochi giorni il derby in casa del Genoa e quello di ieri al Picco contro la Samp.

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