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Calhanoglu che pasticcio! Quando il doppio contratto è un vero guaio

calhanoglu
Calhanoglu, stagione finita per il fantasista turco del Bayer Leverkusen, legamento crociato, tendini saltati, fratture? Nulla di tutto questo, il numero 10 delle Aspirine è stato squalificato per quattro mesi per una firma non autorizzata risalente al 2011. Calhanoglu, mentre vestiva la maglia del Karlsruhe,  in quell’anno ha firmato ancora minorenne per il Trabzonspor, salvo poi cambiare idea e restare in Germania altri due anni. Il fantasista turco si è poi trasferito all’Amburgo nel 2013. La trattativa saltata tra la squadra turca e il Karlsruhe ha aperto una disputa: il Trabzonspor infatti ha presentato nell’aprile 2013 un reclamo alla FIFA contro il giocatore, reo di aver violato i termini del contratto senza giusta causa. La Fifa si è pronunciata a favore del club e il Tas ha scritto l’epilogo stoppando il giocatore per 4 mesi, con decorrenza immediata. A rimetterci è soprattutto il Bayer Leverkusen (che acquistò il trequartista nel 2014), ora privo di uno dei giocatori più importanti. Sorride il Cholo Simeone, che non avrà Calhanoglu di fronte negli ottavi di finale di Champions League, quando l’Atletico Madrid sfiderà proprio il Bayer Leverkusen. Trabzonspor quanto mai d’attualità in questi ultimi giorni di mercato, il club turco era anche sulle tracce di El Kaddouri. Il marocchino avrebbe firmato un pre-contratto con il club di Trebisonda, ma poi ha scelto di restare in Italia approdando all‘Empoli. I tifosi toscani si augurano che sia stato tutto regolare, ma quando si tratta del Trabzonspor non c’è da scherzare, Calhanoglu ne è un esempio lampante.
Calhanoglu come Figo, la doppia firma non paga mai
Il caso Calhanoglu non è il primo caso di contratti usati che come carta straccia, è rimasto scolpito nella memoria degli appassionati italiani il caso di Luis Figo. Il fenomeno portoghese, che ha giocato in Italia con l’Inter tra il 2005 e il 2009, poteva arrivare almeno 10 anni prima nel calcio italiano. Nell’estate del 1995 il Parma di Tanzi raggiunge un accordo con lo Sporting Lisbona per Figo, che però aveva già firmato un precontratto con la Juventus di Moggi. Secondo il regolamento questo non è un azione legale e così il giocatore, a causa della sua incoscienza e della poca professionalità dei suoi agenti, si è visto annullare le scritture vergate con i gialloblù e i bianconeri e comminare una sorta di squalifica dalla Figc: per due anni, a decorrere dal giugno 1995, Figo non ha potuto firmare con alcun club italiano. Il portoghese quindi approdò prima al Barcellona e poi al Real Madrid, per chiudere poi la sua strepitosa carriera in Italia, con la maglia nerazzurra dell’Inter. Caso meno eclatante di quello di Figo ci fu quello, nel 2008, di Tulio De Melo, attaccante brasiliano conteso tra Parma e Palermo. All’epoca De Melo era un giocatore del Le Mans, in scadenza di contratto a giugno 2008, il brasiliano a gennaio pensò bene di firmare sia per il Parma che per il Palermo. Dopo qualche giorno di tensione tra i due club gli emiliani diedero via libera ai rosanero, che tesserarono il brasiliano a partire dal primo luglio 2008. Con Colantuono in panchina De Melo non esordì mai con la maglia del Palermo, la stessa estate fu ceduto al Lille. Tanto rumore per nulla dunque, tanti rimpianti per Figo, molti meno per De melo, ma in tutti i casi meglio firmare per una squadra alla volta.

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