Mourinho: sette minuti per non ritrovarsi più Mentre davanti prosegue il duello tra Inter e Milan, la Juve compie l'impresa all'Olimpico con una clamorosa rimonta sulla Roma
Nell’ottava vittoria consecutiva dell’Inter, squadra con l’attacco più prolifico, c’è una chiara contraddizione. Che a decidere la gara con la Lazio sono, nel bene e nel male, i difensori. Bastoni che fa gol e assist- e tra l’altro va a rete a Marassi pure il suo omonimo dello Spezia- Skriniar che decide il match rimediando all’errore del pareggio di Immobile condiviso con De Vrij e Handanovic. Un’Inter forte, non bellissima come in altre occasioni, ma comunque determinata a riconquistare la vetta della classifica a spese del Milan, sospinto in Laguna dai dilaganti Leao e Theo Hernandez.
L'INTER HA LA MEGLIO SU UNA LAZIO MOLTO POCO SARRIANA
Partita ostica quella dei nerazzurri per l’atteggiamento poco “sarriano” degli avversari, più propensi a schermarne la costruzione dal basso che a cercare di fare gioco. Ma chi ha Brozovic, in formato uomo-ovunque, può andare al di là di ogni tipo di difficoltà. Milano gode ottima salute. E il duello a forti tinte rossonerazzurre promette in futuro emozioni e spettacolo, grazie al ritrovato smalto della squadra di Pioli, insensibile ai possibili dolori che avrebbero potuto provocare le tante assenze. Discorso valido anche per il Napoli, unica squadra con l’Inter a vincere in casa nella domenica contraddistinta da ben sei successi fuori casa su otto. Il più clamoroso è sicuramente quello della Juventus all’Olimpico, giunto a conclusione di una gara intensa in cui bianconeri e giallorossi hanno mostrato tutto il meglio e il peggio del loro repertorio.
I SETTE MINUTI FATALI DI MOURINHO
La squadra di Mourinho ha perso in 7 minuti una partita che pensava di aver vinto. Quella di Allegri ha fatto l’esatto contrario, dando vita ad una rimonta sulla quale nemmeno lui dopo il gol dell’1-3 avrebbe scommesso un centesimo di euro. I cambi sono stati decisivi, ma quando ciò avviene è lecito chiedersi quanto e se fosse sbagliata la formazione iniziale. La metafora del match, dal punto di vista della Roma, la si può riscontrare nei calci piazzati di Lorenzo Pellegrini: magnifico a centrare il “sette” con una punizione dipinta. Orrendo nel rigore che avrebbe dato il 4-4 alla sua squadra. La metafora della partita della Juventus sta nei minuti della clamorosa rimonta, talmente belli da azzerare la bruttezza dei primi settanta, impreziositi soltanto dalla perla di Dybala.
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