Super League: una congiura difficile da scongiurare Uno schiaffo alla meritocrazia e alla passione dei tifosi
"The SuperLeague, the best clubs, the best players, every week". Questo è lo slogan che campeggia sul sito della neonata SuperLeague: i migliori club, i migliori giocatori, ogni settimana". Se poi non ci sono squadre vittoriose a livello di Champions come Bayern, Borussia Dortmund, Ajax, Benfica e Porto (lasciando stare il Psg), e se inevitabilmente mancheranno i vari Lewandowski, Haaland, Neymar, Mbappé, per scelta non tanto loro ma dei club di appartenza, poco importa... Ciò che importa è fare rumore, fare credere che il calcio abbia intrapreso una nuova strada, più spettacolare, più circense, più redditizia. Ma in realtà è una strada solo più in sintonia con l'avidità del mondo di oggi.
Ci sono due aspetti sui quali bisogna soffermarsi: quello economico e quello meritocratico. Punto primo. Credo sia del tutto lecito cercare di guadagnare il massimo, in base alla domanda e all'offerta. Ma il calcio non deve dimenticare di quanto sia debitore verso i mezzi di informazione, e soprattutto nei confronti delle televisioni che prima ne hanno amplificato la diffusione e la popolarità e poi ne hanno moltiplicato il valore facendosi concorrenza per accaparrarsene i diritti di trasmissione. La nuova Champions approvata ieri a 36 squadre, con 10 partite sicure con 9 avversari diversi e quindi con introiti lievitati, evidentemente non è sufficiente a chi ha una ambizione tanto grande quanto i suoi attuali debiti. E allora, anziché pensare a ridurre i costi, via con lo scisma, anzi con il colpo di stato. E dei tifosi chi se ne frega... Punto secondo. La meritocrazia deve essere alla base di ogni sport. E in effetti lo è. I benefici li ottengono i più bravi, quelli che vincono, non quelli che fanno parte di un club autoproclamatosi indipendente. Pensate all'Atalanta: è la nostra squadra più europea ma viene esclusa dal gruppo dei golpisti per non avere trofei in bacheca. Come se il Tottenham, l'Arsenal, il Manchester City, l'Atletico Madrid avessero vinto chissà quante Champions. Zero, ovviamente. Ora dopo le tante reazioni verbali di personaggi eminenti, si attendono le contromosse ufficiali di Fifa e Uefa. Siamo di fronte a una congiura che non sarà facile scongiurare. E francamente penso che i tifosi di tutto il mondo non ne sentissero l'esigenza in un momento storico come quelle che stanno e stiamo vivendo.
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