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In bicicletta da Roma ad Latina: istruzioni per l’uso


Fosse per me renderei tutta l’Italia ciclabile, cominciando dalla mia città. Fosse per me le politiche a impatto zero sull’ambiente dovrebbero iniziare proprio dalla valorizzazione di quel fantastico mezzo a due ruote che risponde al nome di bicicletta. Mezzo sconosciuto alla maggior parte dei romani e incredibilmente sottovalutato proprio nell’Urbe Immortale. Laddove invece potrebbe diventare un importante mezzo per decongestionare un traffico Eterno quasi quanto i Sette Colli e (cosa ancor più importante) abbassare le pericolose soglie di smog che in molteplici occasioni attanagliano Roma asfissiandola.
Un esempio? Abitando nel quadrante Sud della città (più precisamente Cinecittà) utilizzo spesso la bicicletta per raggiungere diverse mete, in particolar modo lo stadio Olimpico o il Palazzetto dello Sport. Un’opportunità per ammirare le bellezze di Roma ma anche per prendere le giuste distanze dagli automobilisti capitolini e dalla loro atavica follia (il bello è che al contempo sono anche uno di loro e da quando vado costantemente in bicicletta ho nettamente smussato alcuni angoli del mio carattere da driver, sic!). Inoltre i tempi di percorrenza rischiano di essere molto simili a quelli impiegati spostandosi con i mezzi pubblici, se non inferiori in determinati casi.
Tuttavia l’esperienza che finora ha senza dubbio segnato la mia breve, piccola e insignificante carriera di ciclista è l’escursione fatta da Roma a Latina. Una giornata affrontata inizialmente con molta leggerezza e rivelatasi, alla fine, più pesante del previsto. Il problema è tenere conto sempre e comunque della conformazione del territorio su cui ci si va a spostare. Il piccolo cavillo a cui non avevo badato si chiamava Via Nettunense. Sì, perché dopo il bellissimo tratto di Appia Antica percorso fino a Santa Maria delle Mole ho pensato bene di imboccare la famosa strada che conduce, per l’appunto, ad Anzio e Nettuno. Salite non impegnative per chi è abituato ad andare in bicicletta a certi livelli, relativamente “toste” invece per chi generalmente trova la massima pendenza in Via Cavour a Roma.
La simpatica insegna della Pork’s House nell’area comunale di Albano ha tuttavia provveduto a darmi una spinta in più, aiutandomi ad affrontare le pendenze fino ad arrivare all’agognata discesa che da lì a poco mi avrebbe condotto al confine tra la provincia di Roma e quella di Latina. Un passaggio dall’Agro Romano a quello Pontino importante, almeno mentalmente, perché sintomatico dell’ottimo chilometraggio ricoperto fino a quel momento. Campoleone, Cisterna e il cartello di Borgo Piave che annuncia l’arrivo prossimo nel capoluogo di provincia. 76 chilometri da percorrere con la borraccia appresso e tanta voglia di scoprire un territorio a tratti maestoso ed incontaminato (almeno nel tratto che da Campoleone va a Latina).
E per il ritorno? Le opzioni sono fondamentalmente due: treno o di nuovo una pedalata. La seconda ancora non è nelle mie corde, pertanto ho preferito raggiungere Latina Scalo (dieci chilometri dal centro città) e salire su uno dei molteplici convogli che in poco più di mezz’ora conducono a Roma Termini. Da dove, manco a dirlo, mi sono beato del panorama di una Capitale assolata e accaldata (era luglio) pedalando beatamente fino a casa.

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