Baggio: il divin codino che ha unito le platee di tutto il mondo
Roberto Baggio un nome un pezzo grande della storia del nostro calcio
Oggi si festeggia l’uomo che è caduto tante volte ma che ha sempre saputo rialzarsi, il calciatore dal talento immenso ma dalla ginocchia di cristallo, il numero dieci che ha fatto innamorare tutte le tifosire da Firenze fino a Brescia, passando per Torino, Bologna e per le due sponde di Milano.
Roberto Baggio, incarna nell’ideale collettivo l’essenza del numero 10, il giocatore in grado di incendiare con una giocata, un dirbbling o una punzione uno stadio intero.
Ma il Divin Codino nel corso della sua carriera non è stato solo l’uomo che ha fatto esultare i tifosi con i suoi goal ma è anctato la “croce” per alcuni suoi allenatori; non è mai stato un segreto il rapporto burrascoso che Baggio ha avuto con Lippi durante la sua parentesi nerazzurra o con Ulivieri durante il suo periodo bolognese ma anche con Sacchi ad Usa ’94 e con Capello al Milan non furono rose e fiori anzi. La storia di Baggio parla però anche di grandi amori con alcuni suoi tecnici, due su tutti: Maifredi alla Juventus e Mazzone al Brescia. Un rimpianto sportivo? Quel maledetto Mondiale: quello sfuggito per un rigore nel ’94 negli Usa ed ancora dagli undici metri in Francia quattro anni dopo.
Gli infortuni
Baggio avrebbe potuto essere ancora più grande? la risposta è si. Si, se le sue ginocchia non fossero state così cattive con lui se gli avessero dato tregua nel corso della sua carriera, invece ne hanno penalizzato il rendimento mettendo sempre a rischio la sua carriera fin dagli esordi, da quando a diciotto anni il suo ginocchio fece crack per la prima volta mettendo a rischio il suo passaggio dal Vicenza alla Fiorentina. Gli infortuni alle ginocchia sono stati una costante per la sua carriera, ma la forza di questo grande campione gli ha permesso di affermasi e di diventare una leggenda. Auguri Roberto Baggio. Auguri Divin Codino.
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